Nuovo codice doganale europeo: nella proposta della Commissione Europea alcuni rischi per il buon funzionamento del trasporto marittimo

L'intervento dell''onorevole Marco Campomenosi, capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo di Bruxelles

L’intervento dell”onorevole Marco Campomenosi, capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo di Bruxelles, sul Nuovo codice doganale europeo.

“Il 17 maggio 2023 la Commissione Europea ha proposto una riforma del codice doganale europeo che è forse la più ambiziosa e pervasiva tra quelle presentate a partire dal 1968, anno dell’istituzione dell’Unione doganale tra gli Stati membri dell’Ue.

La necessità di una riforma organica nasce dal riconoscimento dei punti deboli dell’attuale sistema e dai diversi cambiamenti epocali avvenuti nel commercio internazionale durante gli ultimi anni, soprattutto da quando nel 2016 sono entrate a regime le disposizioni legislative che costituiscono il fulcro del codice doganale unico oggi in vigore. In particolare, i cambiamenti da tenere in considerazione sono la crescita esponenziale dell’e-commerce iniziata durante il biennio della pandemia e l’aumento dei volumi dei flussi commerciali, mentre i punti deboli della legislazione europea vigente, da affrontare, sono soprattutto la frammentazione delle diverse interfacce nazionali, degli standard nazionali e dei requisiti che vengono imposti agli operatori commerciali da ciascuno Stato Membro. Il risultato è che il rapporto quotidiano delle aziende con le agenzie doganali è a dir poco complesso e favorisce la dispersione di risorse, tempo ed energie.

La proposta della Commissione Europea ha un approccio orientato ad instaurare e favorire la cooperazione con gli operatori commerciali, a tenere in considerazione le particolarità dell’e-commerce e a rendere più razionali i controlli alle dogane. Centrale a questo scopo sarà la realizzazione di uno spazio digitale unico, chiamato “EU Customs data Hub”, e dell’autorità europea che dovrà gestirlo. Ma al netto delle intenzioni e dell’impianto del testo, che è condivisibile, ci sono al suo interno incongruenze significative che impongono di intervenire urgentemente con correttivi e integrazioni senza le quali il trasporto marittimo rischia conseguenze negative imponenti.

In primo luogo e in termini generali, leggendo la proposta della Commissione si ha l’impressione che il testo sia stato scritto senza tenere in considerazione le peculiarità del trasporto marittimo di linea che movimenta container e rotabili. Infatti, una nave portacontainer di grandi dimensioni fa scalo in diversi porti e gran parte del suo carico rimane a bordo durante le operazioni effettuate in ciascun singolo porto, perché viene distribuito su più porti al momento dell’attracco in ciascuno di essi. Il codice doganale vigente permette di gestire questa peculiarità operativa del trasporto marittimo grazie alla distinzione tra “notifica dell’arrivo” e “presentazione in dogana”: la prima riguarda tutta la merce, mentre la seconda riguarda soltanto la merce che viene scaricata a terra o trasbordata nel porto d’attracco, ed è quindi limitata alle operazioni di ingresso fisico della merce sul territorio europeo. I vantaggi sono evidenti in termini di tempo e risorse risparmiate. Ciononostante, la nuova proposta della Commissione abolisce questa distinzione, e impone di fatto che tutta la merce sia presentata in dogana. Sarà necessario intervenire per mettere in chiaro che la merce che resta a bordo della nave non deve essere “presentata in dogana”, per evitare eccessiva burocrazia e rallentamenti delle procedure.

Similmente, la nuova proposta della Commissione non tiene in considerazione la peculiarità del trasbordo di merci da una nave all’altra, il cosiddetto “transhipment”. Quando avviene un’operazione di transhipment, le merci sono poste sotto la procedura della “custodia temporanea”, che può durare fino a 90 giorni secondo l’attuale legislazione. Al contrario, la proposta della Commissione vorrebbe ridurre questo lasso temporale a soli 3 giorni: troppo pochi per effettuare operazioni di trasbordo dalle grandi navi, la cui operatività e sosta in porto dipendono spesso da fattori esterni e imprevedibili, come la congestione del porto in quel determinato periodo, la disponibilità di uomini e macchine, o ancora le condizioni meteomarine, solo per citarne alcuni. Anche su questo punto sarà necessario intervenire con correttivi efficaci.

Una riforma pervasiva del codice unico doganale è auspicabile, come detto in apertura, e la nostra regione ha molto da guadagnare da operazioni doganali rapide e snelle, oltreché da un maggiore coinvolgimento degli operatori commerciali. A Bruxelles, il lavoro sulla proposta della Commissione è iniziato nella Commissione Mercato Interno, di cui sono membro, e mi sto occupando direttamente del testo come relatore ombra per il gruppo politico Identità e Democrazia”.